Da giovedì 14 a sabato 16 maggio ore 20,30
Spazio Performativo Zone, via Riccio 8 – Torino
Ring Around a Rosy
Nuova creazione in prima assoluta, teatro-danza.
Progetto, coreografia e danza di Paola Chiama
Regia di Massimo Giovara
Una danza oscura che ha il sapore dell’incubo, una danza intima e apocalittica, nella quale comunicazione emotiva e estetica del gesto vogliono coincidere.
Interno buio. Una danzatrice seminuda, evanescente. Quasi un fantasma. Instabile, nel vuoto. Il pavimento ingombro di scarpe, mucchi di scarpe vecchie. Una rosa gigante, vorrebbe essere simbolo d’amore sublime ma non è possibile, c’è troppa vergogna, o pudore. Una macchia di sangue.
“Non c’è un messaggio preciso. È solo un filo di pensiero che sgocciola. Solo qualcosa che mi abita da tempo e voglio guardare in faccia. All’origine dello spettacolo c’è un’urgenza di ricordi e incubi infantili poco definiti, difficili da raccontare, per questo già vicini alla danza. Hanno a che fare con l’essere bambini e la vergogna, la paura del buio e dell’abbandono, della morte forse. Qualcosa di noi non diventa adulto, man mano che cresciamo: esseri adolescenti o bambini che sopravvivono dentro di noi, in un mondo notturno. Possiamo talvolta incontrarli nei sogni, o in una nostra reazione emotiva poco appropriata al contesto. Di queste esperienze vorrei parlare con la mia danza.”
La danza vuole essere anche uno studio sulle caratteristiche del movimento infantile, sul significato di “spontaneo”, “sincero”, “teatrale” nell’ambito coreografico, su un modo di far coreografia che non parte da movimenti indossati come abiti eleganti, ma da aperture della carne.
Uno studio sull’estetica del gesto e contemporaneamente sulla psicologia di chi lo produce. Cosa c’è negli occhi, nella mente del danzatore? A volte la “rottura” della danza è il momento più comunicativo. Perché? Possiamo parlare di sincerità, e in che senso?
A seguire
Aspecifiche Atipie
Nuova creazione in prima assoluta, teatro-danza.
Di e con Doriana Crema
Uno studio dove osservare cosa ci rende uguali e diversi dagli altri. Un piccolo viaggio lungo quella sottile linea che ci separa e unisce. Un passo da dentro verso il fuori, dove il dentro e il fuori a volte si confondono, dove forse non sono più io ma altro da me, dove il dubbio della follia s’insinua, dove il rischio di saltare mi fa paura, dove altre volte il gioco prende il sopravvento. Uno spazio dove vincere o perdere sono solo un'illusione.
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